Eccomi, mi presento

Lo dice la mia carta d'identità, sono una Ricercatrice. Non perché sia "strutturata" all'Università come tale. Lo sono a prescindere dall'Istituzione che vorrebbe arrogarsene il diritto e non sapete quale grande soddisfazione ho provato quando, al rinnovo, ho potuto scegliere di indicare la "mia professione", quella in cui più sentivo di riconoscermi. La vecchia carta diceva "studentessa" ma passati gli anta, diciamo che la definizione mi stava un po'stretta. E' anche vero che avrei potuto rinnovarla prima, invece mi sono fatta bastare un timbro, un'estensione per altri n anni. E presto si fanno gli anta. Ma chissà, forse non mi era ancora chiaro cosa volessi fare da grande. E che ci volete fare? Uno ci mette il tempo suo. Ho comunque sempre lavorato, con borse di studio e contratti vari di collaborazione. A tratti ho anche insegnato e non è detto che non succeda ancora. Volete sapere cosa ho studiato? Scienze agrarie prima, con tanto di abilitazione, ma invece di dedicarmi alla campagna (citando lo Zunno), ho deciso che l'aria aperta non faceva per me. No, meglio e più comoda una scrivania, mi sono detta. Fu così che dopo 4 anni sono diventata dottore di ricerca in Economia e Politica Agraria.
Autocitandomi (che fa pure fico), "Nel dipartimento di Economia Agraria in cui mi sono formata e per cui ho lavorato e ancora oggi in parte lavoro, ho provato a capire quale fosse la mia strada. Non sempre così chiara a dire il vero, tanto che a un certo punto sono partita e mi sono presa qualche pausa. La più lunga che ricordi è durata circa tre anni. Profondamente in crisi sul chi sono e cosa voglio fare o sul mio ruolo nel mondo, mi sono detta che forse un’altra possibilità dovevo concedermela" (Ondeia 2017).
Gli incontri con i pescatori mi hanno aperto un mondo e restituito quella possibilità. Ho parlato con loro e ho scritto di loro, della mia storia con loro, seguendo un'intuizione. Probabilmente il modo in cui l'ho fatto si avvicina alla ricerca etnografica ma è un mondo tutto da esplorare. Non ho formazione in tal senso ma mi sento etnografa dentro. Dove e come potrò fare tutto ciò, lo scoprirò solo vivendo.
No, la sedia dietro la scrivania non è affatto comoda. Mi sono fatta venire addirittura un'ernia, ma questa è un'altra storia e avremo tempo per parlarne. 

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